Thursday, April 12, 2007

Dino Gavina è (finalmente) morto




Sulla mia tomba scrivete: i'incubo è finito.
(Leo Longanesi)

Ora che Gavina è morto, si potrà cominciare a celebrarlo come si deve, con gli appositi eventi culturali, senza il terrore di doverlo invitare.
Molti tromboni celebri tireranno un sospiro di sollievo. Il primo che mi venga alla mente, è il celebre architetto Renzo Piano, di cui Gavina sputtanò alla grande il celebre Beaubourg, come insulto alla scienza delle costruzioni, più che alle belle forme architettoniche. Fu un'indimenticabile lezione agli studenti di architettura di Firenze. Questo piccolo vecchio di ottant'anni era seduto SOPRA la cattedra, dondolando le gambe nel vuoto con i calzini a vista. Oscillava, oscillava avanti e indietro, mentre pontificava senza misericordia. Gli piaceva anche accosciarsi sui talloni, come fanno i giapponesi alla fermata dell'autobus. Una postura indimenticabile.
VEDI A http://blog.dimensioni-interni.it/

Certamente, la bici lo aiutava ma, indubbiamente, c'era una marcia in più: era davvero un pelvico selvaggio, affascinante ed insopportabile.
Uno dei rari mostri sacri che un giovane sconosciuto poteva rintracciare sull'elenco del telefono, sentirsi rispondere da questi in persona, balbettare qualcosa e arrivare a un incontro, che lo ficcava subito in un'impresa imprevedibile. Nel senso di avventura, non di ditta. Un altro di questi era Bruno Munari. I due non si amavano ma che ci posso fare? Meglio avere maestri incompatibili, lascia più libertà.
Si provò ad insegnarmi varie cose, tra cui le molte che non capirò mai. Lui invece, una cosa imparò subito da me: le frittelle di fiori d'acacia in pastella.
Resta per sempre non dico nel mio cuore, perché mi manderebbe subito a cagare, ma dirò almeno, nel mio Condominio Web:
http://www.hypertextile.net/ghersi/cd-web/gav1.htm

ANCORA DA
http://www.design-italia.it/italiano/dettaglio.htm?tipo=news&idx=721

"06-04-2007. E’ morto all’ospedale Sant’Orsola dopo alcuni giorni di coma Dino Gavina, classe 1922, genio indiscusso del design, punto di partenza dell’Italian Style. Convinto della necessità di un design moderno ma anche ricco di poesia, a partire dalla fine degli anni Quaranta Gavina riuscì a coinvolgere gradualmente molti 'padri della patria', come li chiamava scherzosamente, tra cui gli architetti-designer Carlo Scarpa, Enzo Mari, Marcel Breuer. Tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta, Gavina rivoluzionò il concetto stesso di produzione e fruizione degli arredi lanciando i progetti 'Ultrarazionale', 'Ultramobile' e 'Metamobile'. Il suo lavoro ha costituito il punto di partenza del cosiddetto Italian Style, un sinonimo di qualità che da allora accompagna il design italiano di mobili in tutto il mondo. Fondatore dell'omonima ditta Gavina, pioniere della 'tragressione' nella creazione di mobili, creò la Flos, occupandosi di illuminazione, e poi la Simon international, con cui si dedicò alla produzione del mobile seriale e modulare. La curiosità di Gavina per le novità e i giovani talenti lo portano a dar vita, nel ’67 al Centro Duchamp, associazione senza fini di lucro, per aiutare gli artisti a realizzare le loro opere." (Valerio Gnerre)

1 comment:

Anonymous said...

Non siamo mai riusciti a litigare io e Lui.
Non son mai riuscita a dar del tu a Lui, e Lui a me.
Profondo rispetto, incommensurabile stima.
Un gran vuoto, adesso che non c'è più.
Ultimo vero designer, un grande Amico.
Antichitò Santo Stefano, Bologna.